Coltivato in piccoli appezzamenti terrazzati e raccolto a mano da febbraio a ottobre, il Limone Costa d’Amalfi Igp appartiene alla varietà Sfusato amalfitano. Le sue note olfattive sono esclusive e gli oli essenziali della buccia hanno una profumazione inconfondibile.
Buccia di medio spessore e polpa di colore giallo paglierino sono assai gradevoli, tanto da poter essere gustati al naturale, infatti, la tradizione suggerisce di consumare questo limone semplicemente tagliandolo a fette e condendolo con un pizzico di sale o zucchero e qualche fogliolina di menta. La sua versatilità è, comunque, notevole e lo rende ingrediente perfetto per ricette di terra e di mare, ma anche per la preparazione di dolci, conserve e marmellate. Soprattutto, il Limone Costa d’Amalfi Igp è il componente principale del limoncello, il tipico liquore campano. Il terroir di riferimento è anch’esso unico: si costituisce di tanti appezzamenti che sono come piccoli giardini che popolano la macchia mediterranea, dove il clima e l’origine vulcanica fanno sì che questo tipo di coltura si trovi particolarmente a suo agio.
L’Indicazione Geografica Protetta impone che i sistemi di coltivazione siano quelli tipici adottati nella zona, in questo caso terrazzamenti delimitati da muretti a secco di pietra calcarea. Le distanze tra le piante e i sistemi di potatura sono regolamentati dal relativo disciplinare di produzione; tradizionalmente, le piante sono alloggiate sotto impalcature di legno di castagno, alte all’incirca 180 centimetri con un massimo di ottocento piante per ettaro. Per impedire che il frutto tocchi il suolo contaminandosi, la raccolta viene eseguita a mano. Il prodotto viene poi commercializzato fresco o trasformato e viene comunemente utilizzato dall’industria alimentare e da quella dolciaria. Ogni unità pesa all’incirca 100 grammi e la zona di produzione comprende il comune di Atrani e altre aree della provincia di Salerno.
Tra le più note Amalfi, Cetara, Furore, Positano e Vietri sul Mare.